Torchio

Nelle pagine che seguono si cercherà di spiegare, nel modo più semplice possibile, le tecniche di stampa che hanno permesso la realizzazione di una parte del lavoro presentato in questo sito.

Lo scopo di queste spiegazioni risiede nel tentativo di fornire al visitatore una conoscenza, se pur parziale, della complessità tecnica nascosta nell’esecuzione di una stampa d’arte originale.

Le tecniche di stampa ed i rispettivi metodi di lavoro, sono qui spiegati separatamente, ma nulla ci vieta di unire alcune di queste tecniche in un’unica stampa, come si può vedere nelle schede che accompagnano le opere grafiche.

Inoltre, con le opportune cautele, si possono abbinare e stampare, sempre su uno stesso foglio, matrici di diversa natura (tecnica mista).

Litofino - Litografia

Foto © Federica Cuocci

Litofino -Stamperia

Foto © Federica Cuocci

La tecnica mista non deve servire per confondere la gente inesperta, ma per ampliare il più possibile la ricerca dell’artista attraverso la sperimentazione di nuove materie, per arrivare infine, come per l’alchimista, alla conoscenza di se stessi attraverso l’Opera.

In queste ultime parole c’è nascosta l’importanza che ha avuto la scoperta della stampa per lo sviluppo culturale di tutta l’umanità, reso possibile grazie al lavoro dell’artista stampatore (come possiamo vedere anche nell’immagine dell’allegoria).

Il Tecnico

LE TECNICHE
Xilografia Calcografia Litografia

Presentazione di Antonio Mercadante

Le tecniche dell’incisione sono il mezzo privilegiato con il quale Giancarlo lacomucci scava fino al fondo dei suoi pensieri, gratta dentro ai neri più inossidabili cercando pic­cole taci, graffia e corrode le materie più refrattarie per suscitare reazioni rivelatrici di una qualche, qualunque, verità. E non poteva che essere così; poiché Giancarlo lacomucci è un mago, e i maghi – lo si racconta anche nelle fiabe – hanno sempre a che fare con ampolle e intrugli di acidi.

Ma le magie di lacomucci sono di genere tutto particolare: niente fuochi e niente piroette; solo capriole ed arroventamenti del pensiero semmai, così come nella più severa. maniacale e monastica tradizione alchemica.

Ignis Natura Renovatur Integra, detta discretamente qualcuna delle sue opere quasi a smentire quanto appena affermato; ma è un fuoco senza fiamme evidenti, lo garantiamo. È il calore, piuttosto, che rigenera la natura cercando di comprenderla, facendola cioè ri-nascere nel lento processo del pensiero di un uomo solo che ripercorre le tappe segnate dal dio, compie approssimazioni successive, ci si spacca la testa, trova i Numeri che gli sembrano fondare tutte le vite, ne illustra la Genesi perché ha bisogno, per vive­re, di capire e sfidare l’immobile ed immutabile alterità della natura. E non è per lacomucci un percorso semplice. La sua testa si spacca davvero in calcoli di matemati­che improbabili ai profani, quanto invece per lui ricche di equilibri, riscontri, combina­zioni, evidenze.

Tutto questo, però, attiene al come; occupa cioè un posto tutt’affatto marginale, quasi irrilevante per chi guarda oggi e guarderà nel tempo il suo lavoro. lacomucci si inter­roga sulla vita e sul suo senso, e lo racconta, o racconta le domande insolubili che si pone.

Compie cioè quel tragitto mentale che è d’ogni uomo che pensa e che affida ad un lin­guaggio particolare l’espressione. La misura di verità, la necessità vitale di questo inter­rogarsi deve essere testimonianza solo dagli affanni o dalle grazie del segno sulle lastre; senza didascalie. E questo lacomucci lo sa bene. È così che nascono, con invenzioni tecniche sempre duttili, i misteri di luci e d’ombre nei suoi fogli, i filamenti, le sfran­giature luminose di un segno che costruisce sottraendo materia. Come nella Creazione dei luminaria dove la luce proviene dagli abissi, e dall’abisso si irradia esplodendo, lasciando le biglie dei pianeti a galleggiare per un attimo fra le onde scure dell’ombra. O nella Creazione degli uccelli una profondità di cielo invasa come per un’apparizio­ne improvvisa dal volo scomposto e appena schiuso d’ogni genere e specie. Alla maestria con la quale la tecnica grafica segue l’invenzione poetica assecondando­la per ogni urgenza espressiva fa dunque riscontro una qualità di segno che è raro tro­vare nei fogli degli incisori contemporanei. Una qualità cioè che s’innesta nella più alta tradizione degli incisori italiani e che si reinventa per servire alle regole di un linguag­gio nuovo, in evoluzione, e disancorato nei risultati da regole canonizzate. Se l’incisione è il mezzo privilegiato non è però il solo. lacomucci lavora anche altre tecniche, e con la stessa disinvoltura. Le gouaches, le tempere, le tempere miste al car­bone muovono sulla carta lo stesso schema mentale, cercano medesime atmosfere. Non daremo indicazioni per stabilire ancora una volta maestri, sigle e derivazioni pos­sibili. Basta qui confermare che Giancarlo lacomucci o Litofino, come preferisce farsi chiamare, è un artista che cresce lungo una strada personale e coerente, completamen­te autentica tanto più quanto più è lontana dalle mode e dai digeribili slogans del mer­cato.