Il Triangolo Creatore

Anno di realizzazione: 2011

Tecnica: Gouache, sanguigna e china su carta

Dimensioni: cm 60×80

 

Il Triangolo Creatore - particolareUna sezione sagittale del cervello umano si può iscrivere all’interno del profilo subliminale di Michelangelo che si ricava scontornando la zona centrale del Giudizio universale. La scoperta evidenzia una costruzione compositiva dell’affresco, dove conoscenze anatomiche, conoscenze esoteriche e valori spirituali si fondono perfettamente in un capolavoro funzionale del tutto sconosciuto al mondo.
Dopo lungo penare finalmente siamo arrivati a ricostruire il percorso mentale di Michelangelo, divino creatore del Giudizio universale attraverso le analogie, le relazioni di colore, i collegamenti funzionali e le corrispondenze anatomiche.
Il triangolo creatore si forma tenendo in stretta relazione tutte queste cose, partendo dal buon funzionamento dei tre centri di energia, l’ipofisi, la pineale e la carotide, così come dice la conoscenza universale. Michelangelo nel Giudizio universale ripete le precedenti esperienze espresse nella volta della Sistina, e non poteva essere diversamente, in più da ulteriori informazioni maturate negli anni trascorsi tra il lavoro realizzato nella Volta e il Giudizio finale, confermando così anche un suo personale sviluppo spirituale; tutto questo è rappresentato in immagini.

    • tutto il Giudizio universale è un grande profilo di Michelangelo girato verso destra;
    • il profilo è anche una forma trasparente dentro la quale si vedono gli organi interni perfettamente collocati su una sezione sagittale di un cervello umano, come aveva già fatto nella “Creazione di Adamo”, ma con più precisione sia anatomica che funzionale.
    • la sezione sagittale del cervello si inserisce perfettamente all’interno del profilo nascosto.
    • per trovare l’esatta posizione è necessario ritornare a quel puntino sulla guancia dell’incisione del Bonasone che ritrae Michelangelo e che ci aveva fatto trovare il profilo subliminale. Allo stesso modo ora ci fa trovare gli organi interni in rapporto con la sezione sagittale. L’ipofisi si sovrappone esattamente su quel puntino ovvero sul bacino di San Bartolomeo e la pineale su Vittoria Colonna, la figura in giallo oro dietro San Lorenzo.

 La sovrapposizione può essere solo indicativa perché non troverete mai due sezioni sagittali che si sovrappongono perfettamente viste le diverse caratteristiche del genere umano, quindi questo rapporto con il Giudizio universale, sarà soprattutto di natura pittorica e simbolica.

    • La nuvola sotto San Lorenzo segue la curva interna del ponte di Varolio
    • L’altra nuvola sotto San Bartolomeo segue più in basso l’osso che racchiude il seno sfenoidale con la cavità, la sella turcica, che contiene l’ipofisi nella posizione del bacino del santo.
    • Il braccio del santo che tiene la pelle scuoiata si viene a trovare in corrispondenza del chiasma ottico.
    • L’altra mano con il coltello cade sulla colonna del fornice.
    • Le gambe penzolanti della pelle scuoiata, allungate dopo un ripensamento nella pittura, vogliono suggerirci il velo pendulo del palato.
    • Il manto sulle cosce del Cristo segue il tronco del corpo calloso.
    • Il volume delle pieghe sopra il ginocchio del Cristo ricorda il ginocchio del corpo calloso.
    • Le nuvole sotto il gruppo Adamo-San Giovanni corrispondono alla  parte superiore del cervelletto e la nuvola poco sotto, parte inferiore e falce del cervelletto. L’insieme forma l’arbor vitae e lo spazio tra le due nuvole forma il verme cerebellare (corpo midollare).
    • Tra questa nuvola e la nuvola che sorregge San Lorenzo c’è uno spazio di cielo azzurro che termina nella nuvola sovrastante, ebbene quello spazio vuoto corrisponde al foro occipitale.
    • Proprio sotto c’è un angelo che solleva due figure, segue la linea del tronco cerebrale, la sua schiena corrisponde al bulbo, il braccio e la corona corrispondono al canale centrale del midollo spinale,  proprio lì passa la colonna vertebrale e la corona sottolinea la catena del simpatico, la mano dell’angelo il ganglio da dove si dividono a X le fibre nervose del sistema piramidale (la corona che si apre).
    • La nuvola sotto i piedi del Cristo corrisponde al talamo.

Perché la pineale cade su Vittoria Colonna? Perché Vittoria Colonna, vestita di giallo oro, è una delle poche figure vicina a Michelangelo come Francesco Amadori detto L’Urbino, servo fedele dell’artista, anche lui di giallo oro vestito, stesso colore oro di una delle due chiavi in mano a San Pietro (collegamento tramite colore). Vittoria Colonna è la nipote di Federico da Montefeltro Duca di Urbino, i due sono collegati anche con la città di Urbino. Figlia di un Colonna, collegamento con la colonna della lunetta di destra, marmo grigio argento, stesso colore della scala a pioli in mano a San Lorenzo che ci riporta alla seconda chiave in mano a San Pietro. Il colore argento dell’anima che deve incontrare lo spirito contrassegnato con il colore dell’oro.
La scala rappresenta il suono, la scala delle note che l’orecchio può ascoltare, in quanto San Lorenzo con tutta la nuvola forma il lobo auricolare rovesciato. Michelangelo rovesciando l’orecchio del suo profilo ci suggerisce di ascoltare le note argentate dell’anima, il suono interiore confermando il valore della scala che ora diventa il simbolo del cammino iniziatico. I gradini ci indicano il livello di conoscenza raggiunto da Michelangelo, il sesto aspetto ovviamente trasmesso nel suo lavoro.
I due personaggi Vittoria Colonna, pineale, e l’Urbino, ipofisi, ci indicano la posizione anatomica della rispettiva ghiandola e la loro funzione, nonché il loro reciproco scambio energetico. L’impianto compositivo del Giudizio universale ci fa pensare all’incrocio dei due lobi del cervello nel ganglio del sistema piramidale.
La scala prosegue pittoricamente in basso lunga la rima azzurra del cielo e la gamba di san Bartolomeo fa altrettanto formando una X che scontorna gli angeli che suonano le trombe, dipinti sopra il centro della gola del ritratto subliminale.
Il centro della gola è collegato in alto con le lunette formando un triangolo, “il triangolo creatore” che da il titolo all’opera.
L’Urbino color oro con San Bartolomeo e la pelle di Michelangelo sono collegati tramite colore con la croce, simbolo del Cristo.
L’Urbino a mani giunte guarda il sole Cristo, assorbe quella luce che stimola l’ipofisi, a sua volta l’ipofisi stimola gli organi sessuali, il bacino di san Bartolomeo, ecco rappresentata la funzione e confermata la posizione.
La posizione di Vittoria Colonna (ghiandola pineale) è anatomicamente corretta, è collegata verso l’alto attraverso il colore della croce di Sant’Andrea che ci ricorda la X, stesso cammino di croce come per Michelangelo: relazione filosofica e in basso, attraverso la scala color argento in mano a San Lorenzo, il cammino iniziatico interiore con l’apertura del terzo occhio: funzione remota della pineale. Guardate come l’asse verticale della scala finisce dentro l’occhio sinistro di Vittoria Colonna così abbiamo ancora una volta l’esatta posizione anatomica e spiegata la sua funzione iniziatica.
Come dicevo prima questo avviene tramite i tre centri di energia: ipofisi, pineale, gola. Ora, proprio sopra l’angelo più in alto che suona la tromba, c’è una nuvola scontornata da dei vortici, non è una nuvola ma non è neanche un mantello, che cosa è? Se guardiamo il quadro del Venusti, copia fedele realizzata sotto la guida di Michelangelo e che non ha subito restauri, né manomissioni, né rifacimenti, vediamo che proprio lì al centro compositivo di tutto il Giudizio universale è rappresentato sullo sfondo del cielo un grande occhio.  Il triangolo creatore con la punta rivolta in basso ha il vertice proprio su quest’occhio: tre in uno.
L’oro dello spirito (lunetta di sinistra), l’argento dell’anima (lunetta di destra) collegati con il suono, la voce interiore del corpo (angeli buccinatori) determina “la Rivelazione”,  il giudizio finale definitivo sia dell’opera che dell’umanità.
Il grande affresco della cristianità che copriva e velava il tempio nell’uomo e non permetteva di vedere il Sancta Santorum è stato squarciato da cima a fondo, il ritorno del Cristo, prototipo di tutta l’umanità è ora reso possibile.
Il Tempio nell’uomo è quello egiziano e non quello ebraico, gli ebrei non hanno riconosciuto il Cristo perciò non sono le misure esteriori del Tempio salomonico che sono importanti, ora sono le misure interiori dell’uomo nuovo costruite sul prototipo del Cristo e di Michelangelo che sta alla testa dell’ambiente, nel Sancta  Santorum, così come il Sancta Santorum del Tempio di Luxor, per esempio,  come dice RA Schwaller De Lubicz, è stato costruito sopra un mosaico che fa da fondamento con una sezione sagittale del cervello della divinità a esso collegata.

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Parte destra:

Il Triangolo Creatore - particolareMichelangelo ha evidenziato gli angeli buccinatori isolandoli dal resto per metterli in rapporto con le lunette e rendere più visibile il triangolo creatore che si forma unendo virtualmente queste tre informazioni.
Solo in un secondo momento si può comprendere la costruzione geometrica del Giudizio universale e vedere le linee del triangolo proseguire in basso per formare una X.
Proprio sopra questo incrocio c’è la figura del Cristo, i suoi simboli sono la croce †  e la rho.P, perciò troviamo IHS e Il Triangolo Creatore - IHSIl Triangolo Creatore - Rho Chi al quale possiamo aggiungere l’alfa e l’omega  Α Il Triangolo Creatore - Rho Chi Ω.  Nella zona alfa ci sono i purificati che si salvano e nella zona omega ci sono i dannati.
Nel mio lavoro il grafico della sezione sagittale del cervello è ruotato in basso tenendo come punto fermo la pineale centrata su Vittoria Colonna. Ho trovato così un compromesso con gli spostamenti dovuti alle evidenziazioni michelangiolesche. Questo può far pensare a errori, non è così, altrimenti il segno nero del profilo e quello rosso della sezione si sarebbero annullati a vicenda nei punti di sovrapposizione e l’angelo che sostiene con la corona due figure, corretto prolungamento del midollo spinale, si sarebbe allontanato troppo dal bulbo dove si dovrebbe anatomicamente innestare.
Compromesso pittorico per rendere tutto più leggibile anche se questa rotazione in basso sposta l’occhio del profilo subliminale un po’ troppo dentro la sezione del cervello. Piccoli spostamenti si sono resi necessari sia per Michelangelo sia per chi ha tentato di evidenziare tutte queste informazioni per renderle più visibili. E’ necessario riconoscere dentro la forma sagittale il movimento a volte particolare delle figure vicine che dentro questa forma si possono iscrivere. Non bisogna essere troppo puntigliosi per godere di questa grande invenzione di Michelangelo, non è sufficiente guardare con gli occhi ma è necessario guardare il tutto con gli occhi aperti dell’intelligenza.

Parte sinistra:

Per comprendere il Giudizio universale bisogna conoscere meglio Michelangelo. Per fare questo può risultare utile conoscere alcune relazioni di pensiero che stanno alla base del lavoro. In primo luogo bisogna considerare la richiesta della committenza, a quei tempi molto agguerrita e capace di suggerire, attraverso l’analogia dei soggetti da realizzare, collegamenti funzionali con gli obbiettivi che voleva raggiungere. L’altra cosa da tener presente è la spinta di libertà interiore dell’artista, la sua personale visione che poteva entrare in conflitto con le richieste del committente.
Ci troviamo davanti a due strade da seguire per la comprensione dell’opera, una collegata ad un primo livello, che possiamo definire simbolico e l’altra che definirei dinamica legata all’indole dell’artista e al suo sviluppo, sia come ricerca artistica, sia come crescita personale. Questa seconda strada riconoscibile attraverso le dinamiche pittoriche ci parla esclusivamente dell’artista, che all’interno della simbologia, voluta e controllata dal committente, si muove con grande libertà, a volte potenziando l’informazione e a volte stravolgendola completamente con poche ma sempre sconvolgenti trovate.
Michelangelo nella Cappella Sistina interpreta, alla luce della conoscenza universale, brani biblici conosciuti da sempre. Attraverso le dinamiche pittoriche inserisce ulteriori informazioni completamente svincolate dal soggetto rappresentato, si fa conoscere, ci parla di se, mostra la sua anima all’osservatore attento. Attraverso la tecnica parla all’artista ma non al sapiente che non ne conosce la lingua.
Su questo piano la sua anima, come le sue figure, si mostra completamente nuda e trasparente rimanendo per questo invisibile nel tempo sia all’uomo distratto che alla stessa committenza.